martedì 6 maggio 2008

Omelia a cura dei Carmelitani

3) Riflessione

• Nei vangeli di oggi, di domani e di dopo domani, mediteremo le parole che Gesù rivolse al Padre nel momento del congedo. Giovanni conserva queste parole e le pone in bocca a Gesù durante il suo ultimo incontro con i discepoli. E' il Testamento di Gesù in forma di preghiera, chiamata anche Preghiera Sacerdotale (Gv 17,1-26).
• Il capitolo 17 del vangelo di Giovanni è il finale di una lunga riflessione di Gesù, iniziata nel capitolo 15, sulla sua missione nel mondo. Le comunità conservarono queste riflessioni per poter capire meglio il momento difficile che loro stavano attraversando: tribolazione, abbandono, dubbi, persecuzione. La lunga riflessione termina con la preghiera di Gesù per le comunità. In essa spuntano i sentimenti e le preoccupazioni che, secondo l'evangelista, abitavano Gesù in quel momento in cui stava uscendo da questo mondo e andando verso il Padre. Con questi sentimenti e con questa preoccupazione Gesù ora si trova davanti a suo Padre, intercedendo per noi. Per questo, la Preghiera Sacerdotale è anche il Testamento di Gesù. Molte persone, nel momento di andarsene per sempre, lasciano qualche messaggio. Tutti conservano parole importanti del padre e della madre, soprattutto quando sono gli ultimi momenti della vita. Conservare queste parole è come conservare le persone. E' una forma di rispetto ed affetto.
• Il capitolo 17 è un testo diverso. Più di amicizia che di ragionamento. Per coglierne bene tutto il senso, non basta riflettere con la testa, con la ragione. Questo testo deve essere meditato ed accolto anche nel cuore. E' un testo non tanto da discutere, quanto da meditare e riflettere. Per questo, non ti preoccupare se non capisci tutto immediatamente. Il testo esige tutta una vita per meditarlo ed approfondirlo. Un testo così, deve essere letto, meditato, pensato, letto di nuovo, ripetuto, assaporato come si fa con una buona caramella in bocca. La si gira e rigira in bocca fino a terminarla. Per questo, chiudi gli occhi, fai silenzio dentro di te ed ascolta Gesù che ti parla, trasmettendo nel Testamento la sua maggiore preoccupazione, la sua ultima volontà. Cerca di scoprire qual è il punto su cui Gesù insiste di più e che considera il più importante.
• Giovanni 17,1-3: "Padre, è giunta l'ora!" E' l'ora lungamente attesa (Gv 2,4; 7,30; 8,20; 12,23.27; 13,1; 16,32). E' il momento della glorificazione che si farà mediante la passione, morte e risurrezione. Nel giungere al termine della sua missione, Gesù guarda indietro e procede ad una revisione. In questa preghiera, lui esprime il sentimento più intimo del suo cuore e la scoperta profonda della sua anima: la presenza del Padre nella sua vita.
• Giovanni 17,4-8: Padre, riconosceranno che vengo da Te! Nel rivedere la propria vita, Gesù vede se stesso come una manifestazione del Padre per gli amici che il Padre gli ha dato. Gesù non vive per se stesso. Vive affinché tutti possano avere un lampo di bontà e di amore che sono racchiusi nel Nome di Dio che è Abba, Padre.
• Giovanni 17,9-11a: Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie! Nel momento di lasciare il mondo, Gesù espone al Padre la sua preoccupazione e prega per gli amici che lui si lascia dietro. E che continuano nel mondo, ma non sono del mondo. Sono di Gesù, sono di Dio, sono segni di Dio e di Gesù in questo mondo. Gesù si preoccupa delle persone che restano, e prega per loro.


4) Per un confronto personale

• Quali sono le parole di persone a cui vuoi bene che orientano la tua vita? Se stessi per morire, quale messaggio vorresti lasciare alla tua famiglia e alla tua comunità?
• Qual è la frase del Testamento di Gesù che più ti ha colpito? Perché?

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