sabato 26 maggio 2007

Intervista al ministro Bindi da Firenze

Articolo tratto da "Avvenire"

«Le famiglie italiane sono la dorsale viva di questo Paese, lo straordinario capitale sociale di energie, fiducia, lealtà, stabilità, socialità». Il ministro delle Politiche per la famiglia, Rosy Bindi, apre la prima Conferenza nazionale della Famiglia a Firenze, voluta dal governo per elaborare «il piano nazionale» di politiche ad hoc, ed esprime così la sua fiducia nella «società naturale fondata sul matrimonio» come descritta nell'articolo 29 della Costituzione, perché se compito del governo è servire «tutte le famiglie nella multiforme realtà della loro esistenza quotidiana», ciò tuttavia presuppone che «questo valore non abbia un confine labile e incerto». «La famiglia non è un concetto liquido», insiste. E apre sui Dico: «Non siamo sordi alle preoccupazioni e anche al dissenso che si è manifestato verso questa proposta», anche se rivendica alla legge elaborata con la collega Barbara Pollastrini, il merito di riconoscere «ai conviventi alcuni diritti e doveri personalissimi, con lo scopo di valorizzare i vincoli di solidarietà e di tutelare la parte più debole». Indica le due condizioni «non rimovibili» per una soluzione possibile: «il riconoscimento dei diritti dei conviventi, che nessuno mi pare vuole negare, e la salvaguardia della famiglia così come la Costituzione la disegna». Così, «attraverso il confronto e il dialogo» gli strumenti possono essere trovati per «una sintesi originale».
In apertura della Conferenza il ministro ricorda i tratti critici della situazione: persistente bassa fecondità, invecchiamento, inadeguato livello di occupazione femminile, difficoltà di conciliazione lavoro-famiglia, «ritardo» delle scelte dei giovani, instabilità coniugale; ma precisa: «Non stiamo registrando queste incongruenze per sostenere la fine della famiglia», ma per promuovere la famiglia. Si tratta di colmare un ritardo della politica, perché nonostante una serie di buone leggi (maternità, infanzia, diritti delle donne, ecc.) «raramente la famiglia, i n quanto tale appare come soggetto di diritti». «Cresce la famiglia, Cresce l'Italia», è lo slogan della Conferenza, e la riprova secondo la Bindi è il fatto che in tre grandi sfide cruciali per il Paese, la famiglia può far emergere le sue potenzialità: responsabilità educativa, solidarietà tra generazioni, multiculturalità. Rispetto agli esempi di più efficaci politiche familiari dell'Europa, il ministro sollecita l'individuazione di un nostro originale modello, a causa dei profondi squilibri del Paese. La ricetta è un mix di interventi.
Politiche che permettano di «diventare», «essere», «restare» famiglia». Il primo capitolo, la politica per i giovani, implica «buona occupazione», riforma degli ammortizzatori sociali. Interventi per i quali può essere impiegata una parte dell'extragettito fiscale. C'è poi la questione «casa» da affrontare con significative risorse, deducibilità degli affitti con attenzione agli inquilini incapienti, riduzione dell'Ici che tenga conto dei componenti la famiglia.
Nel secondo capitolo, quello del sostegno alle famiglie già formate, la Bindi annuncia che l'obiettivo è arrivare a unico istituto di sostegno al reddito, integrando detrazioni e assegni, e destinandolo anche ai lavoratori autonomi. Va rivisto il redditometro (l'Isee) e le tariffe. Per quanto riguarda il quoziente familiare, ricorda i motivi della sua contrarietà (favorirebbe le famiglie più ricche) ma ribadisce disponibilità al confronto sui costi, e sugli effetti per le famiglie. Al centro dell'attenzione resta il problema di promuovere il lavoro delle donne. La legge dei congedi parentali deve essere adeguata tenendo conto della attuale precarietà del lavoro. Soprattutto serve una rete di servizi «a misura di famiglia». Vanno così individuati i Lef, i livelli essenziali per la famiglia. Una priorità sono gli asili nido, altrettanto gli aiuti ai non autosufficienti per i quali serve una offerta di servizi pubblici adeguati.
Per la famiglia che ha difficoltà a rest are unita occorre attivare centri di ascolto, mediatori familiari. La Bindi propone anche un tribunale per la famiglia. Il governo, cioè, sta lavorando all'istituzione di un giudice unico specializzato per tutto il nucleo familiare.
Del resto anche l'Europa è animata da una urgenza famiglia, e lo spiega il commissario europeo degli Affari sociali, Vladimir Spidla. Con la strategia elaborata a Lisbona si è proposta una crescita dell'occupazione femminile, accompagnata da uno sviluppo di servizi accessibili in tutti gli stati di vita della famiglia. Più recentemente di fronte al calo demografico, che esige una maggiore solidarietà intergenerazionale, per iniziativa della presidenza tedesca, è stata lanciata una Alleanza europea per la famiglia. Essa comporta tra l'altro uno scambio di informazioni sulle buone pratiche attuate dagli Stati membri, lo sviluppo di una collaborazione, a tutti i livelli, di tutti le parti sociali e delle istituzioni che possono favorire una migliore conciliazione di vita familiare e lavoro.

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